Via Francesca Mormina Penna e il "Cristo in gonnella"
Il cuore di Scicli è rappresentato da via Francesco Mormina Penna, il salotto degli sciclitani: una sontuosa via che di fronte al palazzo Comunale si allarga in una suggestiva piazzetta, detta appunto del Municipio. All'interno del neorinascimentale edificio, spicca sugli ambienti in stile liberty la bellissima stanza del Sindaco, che nella fiction del Commissario Montalbano ospita lo studio del questore di Montelusa Bonetti-Alderighi. La facciata del palazzo, invece, corrisponde all'ingresso del commissariato di Vigata. Adiacente al palazzo Comunale troviamo la trecentesca chiesa di San Giovanni Evangelista, con la sua suggestiva facciata concavo-convessa movimentata da una preziosa gelosia in ferro battuto e posta al culmine di una scalinata che segue lo stesso armonioso movimento.
All'interno è da vedere il settecentesco dipinto spagnolo del Cristo di Burgos. La curiosa opera ritrae il Cristo crocifisso con una lunga veste sacerdotale e per questo il quadro è stato soprannominato il "Cristo in gonnella". Su via Penna troviamo anche la settecentesca facciata della chiesa di San Michele Arcangelo, Palazzo Bonelli-Patané, il barocco Palazzo Spadaro con i suoi otto balconi in ferro battuto e decorazioni geometriche rococò.
L'oro di Busacca e l'Uomo Vivo
Piazza Busacca, la piazza principale di Scicli, deve il suo nome alla statua eretta in onore di Pietro di Lorenzo detto appunto Busacca (1500-1569). Il banchiere sciclitano contribuì con la sua cospicua eredità, detta appunto l'oro di Busacca, a sostenere la città di Scicli fino alla prima metà del XX secolo.
A dominare la piazza si erge la chiesa della Madonna del Carmine (1751) con una preziosa facciata in stile rococò. Con una breve deviazione si giunge all'estremità orientale dell'abitato di Scicli, con la seicentesca chiesa di Maria Santissima della Consolazione e la sua preziosa pavimentazione a intarsi marmorei, e con l'antica chiesa di Santa Maria La Nova, attestata già in epoca bizantina, che conserva alcune tra le opere più importanti di Scicli, tra cui la statua in legno del Gesù Risorto (XVIII-XIX secolo), opera dello scultore catanese Francesco Pastore, chiamato dagli sciclitani l'Uomo Vivo.
La statua dell'Uomo Vivo anima la suggestiva processione del Gioia, evento culminante della Settimana Santa sciclitana, la domenica di Pasqua. Da segnalare inoltre una statua marmorea della Madonna delle Nevi (1496) attribuita alla scuola del Gagini, illustre famiglia di scultori del XV secolo che caratterizzarono fortemente l'arte rinascimentale siciliana e le cui opere adornano molte chiese dell'isola.
Palazzo Beneventano e il Colle San Matteo
Tornati su Via Nazionale, celato da una via sulla sinistra si trova lo splendido Palazzo Beneventano (XVIII secolo), tra gli edifici tardo barocchi più belli di tutta la Val di Noto. La vera meraviglia di questo edificio è rappresentata dai balconi posti al secondo piano: inferriate panciute sostenute da mensoloni e mascheroni decorati con bizzarri volti umani e animali immaginari. Alle spalle del palazzo le strade risalgono fino alla sommità del colle San Matteo, il nucleo originario di Scicli, l'antica rocca di Siklah.
Tra grotte nascoste e antiche chiese rupestri si erge la chiesa di San Matteo, la più antica di Scicli e principale luogo di culto della città fino al 1874. Dal piazzale della chiesa si gode di un panorama incredibile sulla città.
La Madonna delle Milizie e la Cicidda d'Oro
Via Nazionale termina in Piazza Italia con l'attuale chiesa Madre, intitolata a Sant'Ignazio di Loyola e originaria del 1629. Al suo interno è conservata la Madonna dei Milici o delle Milizie, tra le immagini religiose più amate dagli sciclitani. Si tratta di una statua in cartapesta, raffigurante la Madonna su un cavallo bianco, protagonista della processione e della rappresentazione che ogni anno ad inizio estate anima la Festa delle Milizie, in cui viene narrato l'incursione di una Vergine a cavallo per salvare la città Scicli durante l'epica battaglia che vide i Normanni guidati dal conte Ruggero d'Altavilla sconfiggere i turchi nel 1091.
Il monumentale Palazzo Fava è facilmente riconoscibile per le notevoli decorazioni tardo barocche che impreziosiscono il portale d’ingresso e le mensole dei balconi: quello affacciato su via San Bartolomeo è decorato con grifoni e visi barbuti. Questa strada conduce alla cinquecentesca chiesa intitolata al santo omonimo, al cui interno si trova la Cididda d'oro: un reliquiario d'argento e uno storico presepe.
Grotte, chiese rupestri e la cavalcata di San Giuseppe
Alle spalle della chiesa di San Bartolomeo si sviluppa contrada Chiafura con le sue "bocche nere". Questo antico insediamento rupestre risale al periodo bizantino ed è caratterizzato da abitazioni scavate nella roccia molto simili ai Sassi di Matera, abitate dalla popolazione sciclitana fino agli anni Cinquanta del Novecento.
Un altro punto panoramico sulla città di Scicli è situato sul Colle della Croce, con la chiesa e l'ex convento omonimi, unico esempio in città di architettura gotico-catalana.
Da qui si possono inoltre raggiungere la suggestiva chiesa rupestre di Piedigrotta, con una quattrocentesca statua in calcare dipinto della Madonna della Pietà, e il quartiere di San Giuseppe, dominato dall'omonima chiesa. Ogni anno da qui parte la Cavalcata di San Giuseppe (il sabato precedente al 19 marzo): una suggestiva processione in costumi medievali tra i maggiori eventi della città.